Santità,
Lei sa di essere molto amato dall’umanità intera per il suo amore verso tutti gli uomini, gli
animali, i vegetali e la natura nella sua totalità che è dono di Dio. Lei è amato per questo, non
soltanto per la simpatia che emana, sempre grazie a Dio.
L’anno scorso ho voluto passare il mio sessantanovesimo compleanno nei luoghi in cui le
persone non potevano sperare di arrivare vive nemmeno a sera, ad Auschwitz Birkenau, luogo – a
Lei ben noto – del martirio di due famosi santi: Massimiliano Maria Kolbe e Teresa Benedetta della
Croce. Padre Kolbe morto isolato nella cella senza luce, senz’aria e senza cibo; la filosofa ebrea
Edith Stein, suora e poi martire, arrivò a Birkenau insieme a sua sorella: tutte e due avevano passato
i cinquant’anni, per cui finirono immediatamente nella camera a gas e al crematorio, partecipando a
quel genocidio commesso da cristiani, perché i fascisti e i nazisti erano comunque cristiani.
Quest’anno ho voluto passare il mio settantesimo compleanno ripercorrendo i luoghi
dell’orrendo genocidio commesso dai nostri antenati cattolici contro altri cristiani non cattolici nel
1209: gli Albigesi o Catari, ma allora anche i Valdesi, con i quali Lei ha fatto la pace visitandoli nel
loro Tempio. Ho dedicato due settimane, in solitudine, iniziando la mia visita di ricerca storica da
Tolosa ad Albi, Carcassonne, Narbonne, Béziers, e i famosi Castelli Catari. La città di Béziers fu
rasa al suolo e bruciata come Cartagine, dopo che tutti i suoi ventimila abitanti erano stati
sterminati, bambini, donne, uomini e vecchi, dalle centinaia di migliaia di Crociati voluti e
organizzati dal suo predecessore Innocenzo III. Mi scusi, Santo Padre, se Le dico cose che Lei
conosce meglio di me, ma immagini cosa abbia provocato nel mio animo visitare quei luoghi di
sterminio con i libri storici in mano. I Castelli Catari sono come stelle che brillano in cima alle alte
colline della Linguadoca-Roussillon, luoghi di migliaia di roghi benedetti dal futuro santo
Domenico di Guzmàn, dall’Abate cistercense Arnaud Amaury e da altri prelati e legati papali.
A Bram hanno commesso l’incredibile mostruosità di cavare gli occhi, tagliare le labbra, il
naso e le orecchie, a più o meno cento presone, consegnate ad uno di loro, al quale lasciarono
soltanto un occhio affinché vedesse la strada, e costrette ad andare ai Castelli di Lastours per
intimorirvi gli abitanti: se non fossero tornati alla Chiesa di Roma avrebbero fatto la stessa fine di
quei disgraziati che avevano davanti a loro. Nell’enciclica Laudato Sì, a pagina 100, cap. 98, se
capisco bene, Lei si riferisce a loro parlando di “dualismi malsani”. Ma Gesù avrebbe bruciato chi
avesse avuto delle idee malsane?
Il futuro santo Domenico, oltre a benedire i roghi, aveva escogitato un modo orribile per
terrorizzare i cittadini di Tolosa: se una persona veniva dichiarata eretica dopo la morte, lui e i suoi
compagni si recavano sul posto della sepoltura, scavavano la fossa, ne estraevano il cadavere
putrefatto e lo trascinavano per le vie della città dicendo: “A tutti gli eretici succederà la stessa
cosa”. La popolazione, terribilmente offesa, si rivoltò contro gli inquisitori domenicani e li scacciò
da Tolosa. Fuggirono a Parigi e a Bologna e fondarono le loro prime comunità.
Ora dovrei parlare dei luoghi in cui avvennero i molti roghi, come Montségur, dove
bruciarono ben 222 persone in un solo momento, e di Minerve con 140 sul rogo, e sempre con la
benedizione di Domenico di Guzmàn. Ma che cos’è la santità, caro e amato Santo Padre?
Lei ha voluto porsi un nome santo per antonomasia, e questo fatto mi dà il coraggio di
chiederLe un atto che il santo per eccellenza farebbe: Francesco. Stupisca tutti e dichiari i Catari-
Albigesi e i martiri dell’inquisizione: Santi Martiri Catari e dell’Inquisizione.
Reverendissimo Santo Padre, i Catari hanno anticipato di secoli altri movimenti religiosi,
altre idee protestanti e scissioni confessionali. Il suo predecessore san Giovanni Paolo II, chiese
perdono a diverse altre Chiese e Fedi, Lei farebbe veramente un apprezzato gesto di Misericordia
dichiarando: Santi Martiri Catari e dell’Inquisizione.
Pregherò affinché durante l’Anno della Misericordia, da Lei indetto, il Signore Le dia il
coraggio sufficiente per realizzare questo enorme gesto di perdono verso migliaia di anime ancora
in sofferenza.
Con Amore, preghiera e devozione,
Claudio Turina
www.claudioturina.it