Certo questa realtà, ad un primo superficiale impatto, può anche spaventare chi è abituato ad un modello di sviluppo e benessere occidentale: stringe effettivamente il cuore vedere i bambini sporchi di terra, con i vestiti lisi e con uno sguardo inizialmente diffidente.
Ma vivendo qualche giorno con loro ci si rende conto che comunque i nostri figli non sono necessariamente più felici di loro.
La grande differenza è che i nostri figli possono scegliere il tipo di vita che vorranno fare mentre loro, per adesso, no.
Credo che una delle sfide più importanti, e di conseguenza un aiuto che si può e si deve dare, sia quello di contribuire a costruire un adeguato sistema di insegnamento ad indirizzo sia professionale che intellettuale, in modo tale da consentir a questi bambini, che sono il futuro di questa giovane democrazia, la prospettiva di un futuro migliore.
In questo senso io credo che l’incontro fra Claudio e Padre Joel sai di per sé magico in quanto sono riusciti a realizzare concretamente diversi progetti utili e apprezzati moltissimo dalla stessa comunità a cui sono destinati.
Come ho già detto, avevamo avuto modo di apprezzare moltissimo in Italia l’opera di Claudio: vedere che con Padre Joel molte “gocce d’amore” arrivano in questi luoghi e fanno crescere piccoli germogli di sviluppo utile e sostenibile, questo sì, scuote nel profondo.
L’auspicio è quindi che questa collaborazione fra Padre Joel e Claudio continui ancora a lungo perché questo paese ne ha veramente bisogno.
Il fatto infine di aver verificato che ogni euro che abbiamo donato, noi come moltissimi altri, è stato un euro ben donato, ci consente di consigliare a chi vuole aiutare concretamente i meno fortunati del sud del mondo, di donare all’Associazione di Claudio quante più possibili “gocce d’amore”.
Andrea Pagnin